La Direttiva 2014/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici ha previsto lo sviluppo di uno standard europeo per la definizione del contenuto essenziale di una fattura elettronica (la "core invoice") che le pubbliche amministrazioni dovranno progressivamente essere in grado di accettare con l'attuazione della direttiva da parte di tutti i paesi membri dell'UE a partire da oggi, 18 aprile 2019.
Anche in Italia il recepimento è avvenuto mediante l’adeguamento del Sistema di Interscambio che da oggi è in grado di ricevere ed elaborare fatture verso le PA centrali secondo quanto previsto dalla Direttiva e dal provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, recentemente pubblicato.
Seguirà l’estensione alle PA locali entro il 18 aprile 2020.
Invece di definire un formato proprietario ed imporlo la strada scelta è stata di normalizzare il contenuto essenziale, definire un elenco limitato di formati standard a livello internazionale per i quali ricorrerà l'obbligo di accettazione da parte delle PA, che sono l'Universal Business Language (UBL) e il Cross Industry Invoice (CII).
Questo standard è applicabile solo in ambito PA o riguarda anche i privati?
Lo standard nasce per essere applicabile anche al B2B, come richiesto anche dalla Direttiva 55/2014, e potrebbe essere facilmente esteso anche al B2C, coprendo così tutte le esigenze anche del settore privato. La scelta di usare formati standard e di limitarsi a formalizzare i requisiti in termini di contenuto e delle modalità con cui utilizzare i formati già esistenti facilità al massimo l'interoperabilità pur preservando gli investimenti già fatti. Su questa linea sono state definite le mappature alla "core invoice" non solo di UBL e di CII, per cui ricorre l'obbligo di accettazione da parte delle PA, ma anche di EDIFACT che è ancora molto utilizzato in ambito privato. È prevedibile dunque (e auspicabile) un progressivo adeguamento anche del Sistema di Interscambio.
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